Parco dei Nebrodi (Sicilia)

Nèbrodi – Monti della Sicilia settentrionale, in provincia di Messina, tra i monti Peloritani e le Madonìe. Vetta più elevata il monte Soro (1.847 m). Chiamati Caronie, hanno vette tondeggianti e boscose


ACQUEDOLCI -SAN FRATELLO – PORTELLA FEMMINAMORTA -LAGO BIVIERE DI CESARO’
Prima di addentrarsi nel Parco vero e proprio, si può tentare una visita alla grotta di San Teodoro, antro suggestivo che si apre poco più a monte di Acquedolci, ai piedi del promontorio calcareo di Pizzo Castellaro, nel quale sono stati rinvenuti rari reperti archeologici risalenti al Paleolitico superiore (scheletri umani quasi intatti, ossa di ippopotami, elefanti nani, orsi, lupi e altri animali ormai scomparsi, oltre a manufatti litici di buona fattura). Per informazioni, ci si può rivolgere agli Uffici comunali di Acquedolci.
Al chilometro 125 della strada statale 113 s’imbocca, quindi, la strada nazionale n. 289 che porta a San Fratello e a Cesarò.
Essa si snoda dapprima con ampi e sinuosi tornanti attraverso un territorio fortemente antropizzato, dove agrumeti, uliveti ed altre colture agrarie hanno preso il posto della foresta originaria, oggi testimoniata da vecchi e suggestivi esemplari di Sughera e Roverella e da ampi lembi di macchia mediterranea.
Si aggira, quindi, il Monte di San Fratello (718 m.), riconoscibile per i segni ancora evidenti di una vecchia cava di pietra. Il monte è interessante sotto vari aspetti, naturalistico, archeologico, architettonico. L’interesse naturalistico è dato dalla presenza di associazioni vegetali di tipo rupestre, mirabilmente adattate ad ambienti tra i meno ospitali, quali sono le rocce compatte di natura calcarea. La specie più rappresentativa, per sviluppo e diffusione, è l’Euphorbia dendroides, bella pianta a forma d’ombrello, già fiorita ai primi tepori primaverili; ad essa si accompagnano il Lentisco, la Fillirea, la Coronilla, il Teucrium, l’Olivastro, j’Alaterno.
Giunti in prossimità del cimitero di San Fratello, una stradella a fondo naturale, in verità poco agevole, consente di raggiunge re la sommità del monte, da dove si offre un’incantevole vista sulla costa tirrenica, tra Capo d’Orlando e Cefalù, e sulle Eolie.
Qui si possono visitare i resti dell’antica città di Apollonia, importante centro siculo-greco-romano, nonché il santuario dei Tre Santi Fratelli (Alfio, Filadelfio e Cirino), di architettura arabo-normanna (secoli XI-XII).
Ritornati sulla strada nazionale, si attraversa l’abitato di San Fratello, fondato intorno all’XI secolo da colonie di lombardi, piemontesi e provenzali venuti al seguito di Adelaide da Monferrato, moglie di Ruggero I. Ciò spiega perché a San Fratello si parli ancora il cosiddetto dialetto gallo-italico, che ne fa una delle principali isole linguistiche della Sicilia.
Lasciato il paese e ripresa la strada per Cesarò, dopo circa tre chilometri ci si trova immersi in mezzo al bosco dal quale più non si esce fino al termine dell’itinerario. Giunti a Portella Femminamorta (1.502 m.), è d’obbligo fermarsi per godere la vista delle foreste sconfinate che occupano da ogni Iato l’orizzonte. Un’attenzione particolare merita, verso oriente, il Monte Soro (1.847 m.), “tetto’ dei Nebrodi. Dopo aver fatto una sosta nel vicino posto-ristoro di Villa Miraglia, si torna alla Portella e s’imbocca la strada rotabile verso nord-est, si lasciano a destra i due pilastrini in muratura attraverso i quali si sale al Monte Soro e, dopo circa due chilometri e mezzo, si arriva al laghetto di Maulazzo (1.400 m.), serbatoio artificiale realizzato negli anni ’80 dall’Amministrazione forestale regionale allo scopo di irrigare i pascoli naturali sottostanti e diventato meta turistica privilegiata di notevole valenza naturalistica.
Si prosegue in direzione nord, si svolta a destra al primo bivio che si incontra e, dopo circa cinque chilometri, si giunge al lago Biviere di Cesarò (1.278 m.), la zona umida d’altura più importante della Sicilia. Lo specchio d’acqua copre una superficie di 175.000 mq., ha un contorno bagnato di 2.500 metri e può contenere fino a 500.000 mc. d’acqua. Grande interesse scientifico rivestono sia la vegetazione lacustre ospitata dal lago, strutturata in sottili fasce concentriche di diversa composizione, sia la fauna tipica, tanto stanziale quanto di transito. Da qui si possono cogliere, a sud, l’austera massa vulcanica dell’Etna, ad occidente la bella faggeta di Monte Soro e a nord le celebri Rocche del Crasto, contrafforte roccioso d’aspetto dolomitico, sede prediletta di uccelli rari, come l’Aquila reale, la Poiana, il Gheppio, il Corvo imperiale, e dove la tradizione colloca la sede della mitica città sicana di Krast6s, patria di Epicarmo.
Il viaggio di ritorno offre diverse opzioni: proseguire verso est, raggiungere Longi attraverso il Bosco di Mangalaviti e scendere sulla SS. 113 all’altezza di Rocca di Caprileone. Oppure tornare indietro di qualche chilometro, al primo bivio deviare a destra e scendere a valle fino a Sant’Agata di Militello, passando per Militello Rosmarino.