Isole COOK

Arcipelago dell’oceano Pacifico centrale situato nella Polinesia a nord-est della Nuova Zelanda di cui fu una diretta dipendenza dal 1901 al 1965 e a cui ora è associata, ma con pieno autogoverno interno.
Si estende per 240 km2 e ha una popolazione di 18.000 abitanti.
A nord troviamo il gruppo delle Northern Cook Islands che comprende le isole Penrhyn (o Tongareva) Manihiki, Puka Puka, Rakahanga e altre; a sud il gruppo delle Southern Cook Islands, più esteso e più densamente abitato, comprende le isole Rarotonga, Aitutaki, Mangaia e numerose altre isole e isolotti.
Vi si producono agrumi, ananas, noci di cocco e banane.
Rilevante la pesca e l’artigianato della madreperla.
Attivo anche il turismo.


Tutte le stagioni sono ideali per visitare. Le Isole Cook godono di un clima tendenzialmente caldo e soleggiato durante tutto l’anno. Da giugno a Agosto i mesi più freschi (mediamente min 18°c- max 27°c) e da Novembre a Marzo quelli più caldi e umidi con possibili rovesci tropicali. (mediamente min 22°c max 30°c). Considerate che siamo ai tropici, e come il resto del Pacifico, il mal tempo (pioggia , venti) potrebbe colpire in qualsiasi periodo dell’anno.


STORIA

Il nostro popolo
Ospitalità, sorrisi e un caloroso benvenuto fanno parte della nostra natura. La bellezza naturale e incontaminata del nostro paesaggio è accompagnata dalla cordialità delle nostre persone che non ci pensano due volte ad offrire un passaggio, ad attaccare bottone o ad invitare i visitatori ad una serata fuori. Come parte della nostra cultura, il nostro spirito espansivo ci porta ad essere molto aperti con i viaggiatori e condividere lo stile di vita del nostro piccolo paradiso. I viaggiatori arrivano per il calore del nostro sole, ma porteranno per sempre nel cuore il calore della nostra gente.
Valori famigliari
L’importanza della famiglia ed il genuino altruismo sono evidenti in tutte le isole. Il legame familiare e le famiglie allargate sono parte integrante della vita. I bambini spesso vivono con i nonni ed i nipoti vivono con zie e zii. I bambini vengono spesso e volentieri ‘adottati’ da parte dei membri della famiglia.

Grandi intrattenitori
Siamo anche ottimi intrattenitori, i migliori ballerini e percussionisti della Polinesia. I festival sono una parte importante della vita, animati da una feroce concorrenza tra le isole per produrre i migliori artisti.

La grande migrazione polinesiana
Gli abitanti delle Cook sono veri polinesiani che discendono direttamente dai migliori navigatori del Pacifico. Una conoscenza sofisticata della navigazione li ha portati senza paura alla ricerca di nuove terre. Il loro coraggio, la loro abilità e la loro forza superarono avventurieri leggendari provenienti dal Portogallo o dalla Spagna, così come gli olandesi o gli inglesi. Dal 1500AC le isole polinesiane venivano gradualmente popolate dagli antenati Maori che sbarcarono nelle loro Vakas (magnifiche giganti canoe a doppio scafo) guidati dalle stelle e dal loro famoso potere di navigazione. Situate nel cuore stesso della Polinesia, le Isole Cook si estendono per più di 2 milioni di chilometri quadrati. I polinesiani arrivarono a Rarotonga intorno all’800 dC, navigando da Tupua’i, ora Polinesia Francese. Le migrazioni di Maori in Nuova Zelanda cominciarono da Rarotonga già nel V secolo dC. Strettamente legati alla cultura e alla lingua dei Maori in Nuova Zelanda, ai Maohi della Polinesia Francese, ai Rapanui dell’Isola di Pasqua e al Kanaka Maoli delle Hawaii – circa l’87% degli abitanti del Cook sono Maori polinesiani.

Capitano James Cook
Dopo i veloci passaggi degli esploratori spagnoli Alvaro de Mendana, che avvistò Pukapuka nel 1595 e Pedro Fernandez de Quiros, che avvistò Rakahanga nel 1606, fu la volta del capitano James Cook che avvistò Manuae nel 1773, poi in seguito Palmerston, Takutea, Mangaia e Atiu, dove il tenente Gore sbarcò nel 1777. Il Capitano William Bligh avvistò per la prima volta Aitutaki nel 1798 e poco dopo, a seguito del sanguinoso ammunitamento del Bounty, sarà Fletcher Christian, al comando della nave stessa del Capitano Bligh, ad arrivare a Rarotonga.
I Missionari Cristiani
L’influenza dei primi missionari cristiani nel 1821 fu immediata. Il reverendo John Williams della Società Missionaria di Londra ed i suoi missionari fecero del loro meglio per impedire ciò che consideravano i desideri carnali degli abitanti, che erano in realtà il patrimonio culturale delle Isole Cook. Nessun canto, ballo o suono di tamburi fu più permesso. Il loro arrivo alterò il modo di vita tradizionale, ma in qualche modo gli abitanti delle Cook seppero conservare in modo meraviglioso il loro orgoglioso patrimonio polinesiano e fonderlo con la nuova fede cristiana. L’influenza dei missionari è stata di beneficio a tutti, con le bellissime chiese bianche e la canzoni cantate a cappella la domenica.

Storia politica
Originariamente chiamate ‘Isole Hervey’ in onore di un Lord britannico, saranno i russi a battezzarle ‘Isole Cook’ in onore del famoso Capitano nel 1823. Nel 1888 diventarono parte dell’Impero Britannico, prima che la Francia pensasse di impossessarsene. Nel 1901 la Nuova Zelanda decise l’annessione del paese nonostante l’opposizione dei Capi tradizionali. Molte delle isole erano indipendentemente governate da capi locali senza una legge che potesse decidere su tali cose. Rimase un protettorato fino al 1965 quando, con il benestare dela Nuova Zelanda, divenne uno stato con governo autonomo e Sir Albert Henry fu eletto primo ministro. Oggi il paese è sostanzialmente autonomo con un proprio governo in associazione libera con la Nuova Zelanda, che sovrintende alla difesa. Un trattato è stato firmato nel giugno 1980 con gli Stati Uniti in cui gli americani affermano di rinunciare alle Isole di Penrhyn, Pukapuka, Manihiki e Rakahanga. Un trattato con la Francia delimitò il confine tra le Cook e la Polinesia francese nel 1990.


Info: https://cookislands.travel/it (Italiano)