Brasile

Repubblica federale dell’America del Sud, confina con tutti gli altri paesi dell’America Latina tranne l’Equador e il Cile e si affaccia a est sull’oceano Atlantico con più di 7.000 km di costa.
Il Brasile è il quinto paese al mondo come estensione; è costituito nella parte centrale da un vasto altopiano che raggiunge le altitudini massime nella parte sudorientale (Pico de Bandeira, 2.890 m) e che digrada verso nord nella regione amazzonica e verso ovest nelle pianure alluvionali del Paraguay e del Paraná.
Sul confine settentrionale si presenta la parte meridionale del massiccio della Guayana con elevazione media di 500 m e massima nel Pico de Neblina (3.014 m).
Il tavolato orientale (Altopiano del Brasile) è costituito da una serie di tavolati (chapadas) che scendono alla costa; a oriente l’altopiano s’innalza in una serie di catene (le Serras), mentre a ovest (Mato Grosso) digrada da sud a nord verso il bassopiano amazzonico.
Il fiume maggiore è il Rio delle Amazzoni (6.280 km, con un bacino di 6.120.000 km2) che attraversa la grande pianura alluvionale con un corso lento per la debole pendenza (a Manaus a 4.000 km dal mare l’altitudine è inferiore ai 100 m) e sfocia nell’oceano Atlantico con un grande delta.
Riceve le acque di molti affluenti provenienti sia da nord dalla Cordigliera Andina e dal massiccio della Guayana (Rio Negro) sia da sud dalle Ande e dall’altopiano del Mato Grosso (Purus, Madeira, Tapajós). Il Tocantins ha in comune con il Rio delle Amazzoni soltanto il delta. Nasce invece dall’altopiano del Brasile il San Francisco (2.900 km), navigabile per un lungo tratto, che si getta sulla costa orientale dell’Atlantico e che rappresenta un’importante via di comunicazione; è il fiume più lungo che scorre interamente in territorio brasiliano. Il Paraná sviluppa il suo alto corso nel territorio brasiliano, dove riceve anche importanti affluenti (come il Paranaìba e il Rio Grande) e a causa di notevoli dislivelli è ricco di cascate e rapide.
Data la grande estensione in latitudine il clima è estremamente vario, tipicamente equatoriale nella zona amazzonica con clima caldo umido, temperature elevate e abbondanti piogge (2.000 m) in tutto l’arco dell’anno. Gli altopiani invece hanno un clima subtropicale con una stagione secca ed escursioni diurne e annuali piuttosto spiccate. Nella parte più a sud il clima è temperato con abbondanti precipitazioni prevalentemente nella stagione estiva.
La popolazione è estremamente composita: bianchi, sanguemisti (mulatti, nati da bianchi e neri, meticci, nati da bianchi e indios, cafusos, nati da indios e neri), neri, indios, sempre più confinati nelle foreste amazzoniche.
La principale metropoli costiera è senza dubbio Rio de Janeiro con la sua area urbana di nove milioni di abitanti, ex capitale, importante porto, spodestata oggi per le funzioni amministrative da Brasilia la nuova capitale. Brasilia fu costruita nella regione amazzonica a partire dal 1956, è diventata capitale nel 1960 e ha subito negli ultimi anni un rapidissimo sviluppo.
Altre città rilevanti sono San Paolo (la città più grande con i suoi 13 milioni di abitanti compresi i sobborghi), nella regione del caffè, Salvador, la vecchia Bahia, la prima capitale del paese, Belem, Manaus, Fortaleza, Natal, Belo Horizonte, Porto Alegre, Goiania, Recife.
Il paese è dotato di notevolissime risorse umane e naturali, il suo sviluppo economico è stato caratterizzato da un andamento ciclico; sinteticamente si sono succedute diverse produzioni dominanti: legni pregiati, canna da zucchero, allevamento, sfruttamento minerario, caucciù, fino al boom del caffè iniziato nel 1830 e continuato con fasi alterne fino agli anni ’60, anni quando la concorrenza di altri paesi ha iniziato a contrastare il Brasile in questo settore economico.
L’agricoltura occupa un quarto della popolazione e ha subito un forte processo di rinnovamento orientandosi alla monocultura, con aziende molto produttive e qualitativamente competitive; coltivazioni tipiche sono la manioca, la canna da zucchero (primo produttore mondiale), il cacao, la soia, le patate, i fagioli, la frutta tropicale e i cereali in genere, soprattutto negli stati del sud. Molto rilevante è la produzione del caffè del quale il Brasile è il maggiore esportatore mondiale, insidiato negli anni più recenti dal caffè prodotto in alcuni paesi africani, il cui trasporto verso l’Europa risulta assai meno costoso.
In via di affermazione anche la produzione del cotone (che alimenta una fiorente industria tessile) e quella del tabacco, di qualità assai pregiata.
L’allevamento, nettamente disgiunto dalle altre attività agricole, è praticato intensivamente nei vasti spazi dell’interno; il patrimonio bovino è il secondo al mondo (dopo l’India), ma non trascurabili anche quello suino ed equino; meno importanti ovini e caprini; notevole importanza riveste anche la pesca sia marittima che interna.
La foresta, che ricopre il 60% del territorio, costituisce una risorsa di legname pregiato e il caucciù.
Il maggiore impulso all’industria brasiliana è venuto dalle notevoli risorse minerarie di cui dispone il paese; è infatti il secondo produttore al mondo di ferro, ma si pone ai primi posti nelle graduatorie mondiali anche per altri minerali, per esempio il cristallo di rocca, la cromite, la mica, lo zirconio.
Notevoli i giacimenti di stagno, rame, manganese, magnesite, uranio, bauxite, titanio, senza dimenticare l’oro proveniente in particolare dal Minas Gerais, nonché (anche se in declino) diamanti e pietre preziose.
Relativamente carenti invece le fonti energetiche: scarsi il carbone e il petrolio, enorme tuttavia il potenziale idroelettrico, data la ricchezza d’acqua.
Il Brasile ha installato dal 1984 alcune tra le centrali idroelettriche più grandi del mondo, come quelle costruite sul Rio Paraná; dopo la scoperta dell’uranio sono in fase di costruzione anche alcune centrali nucleari.
All’attività industriale tradizionale, quella legata all’agricoltura e alla trasformazione dei suoi prodotti, si è affiancata l’industria pesante, innanzitutto quella siderurgica. Numerosi i centri di produzione di ghisa e acciaio.
Assai rilevante è l’industria meccanica e in particolare quella automobilistica (sesto posto nel mondo), concentrata attorno a San Paolo.

STORIA
Nel 1500 Pedro Alvares Cabral scopre il Brasile, che diventa possedimento portoghese. I tentativi (1532-1560) di insediamento dei francesi terminano con la vittoria dei portoghesi. Fra il 1624 e il 1654 attirati dalla ricchezza di zucchero del paese, gli olandesi occupano le coste brasiliane prima di essere respinti in mare. Fra il 1720 e il 1770 la ricerca dell’oro provoca la creazione del Brasile interno, dominato dai meticci, che lasciano la costa ai bianchi. Si sviluppano le grandi piantagioni (coltivazioni del cotone, del cacao e del tabacco), che garantiscono il rinnovamento economico del paese. Nel 1775 la schiavitù indiana viene abolita e si fa sempre più ricorso alla mano d’opera nera. Nel 1808 la famiglia reale portoghese, in fuga di fronte alle armate napoleoniche, si rifugia a Rio de Janeiro. Nel 1815 Giovanni VI innalza il Brasile al rango di regno.
Sotto Pietro I (1822-1831) e Pietro II (1831-1889), il Brasile, impero indipendente, conosce un notevole sviluppo demografico (immigrazione) ed economico (caffè, ferrovie); le sue frontiere vengono ridefinite dopo la guerra contro il Paraguay. L’abolizione della schiavitù dei neri irrita l’aristocrazia fondiaria (1888).
Nel 1889 Pietro II viene deposto dall’esercito, che proclama una repubblica federalista. La realtà del potere appartiene tuttavia alle oligarchie che possiedono la terra e gli uomini. La coltivazione del caffè resta predominante, garantendo la prosperità, ma si sviluppa anche la produzione di frumento e caucciù. Nel 1917 il Brasile dichiara guerra alla Germania.
Nel 1930 la crisi economica porta alla caduta del regime; Getulio Vargas sale al potere e nel 1937 diventa dittatore per sei anni. Nel 1942 la partecipazione del Brasile alla seconda guerra mondiale a fianco degli Alleati facilita lo sviluppo economico del paese. Nel 1945 il presidente Vargas viene deposto dai militari, ma nel 1950 è rieletto presidente. L’opposizione, legata agli interessi stranieri, lo costringe al suicidio (1954).
Fra il 1956 e il 1964 si succedono vari governi riformisti, sotto l’influenza delle società multinazionali. Nel 1960 Brasilia diventa la capitale del Brasile. Nel 1964 a seguito di un colpo di stato militare, salgono al potere i generali (Castello Branco, Costa e Silva, Medici, Geisel, Figueiredo). L’economia nazionale è ampiamente subordinata al dominio nordamericano.
Nel 1985 i civili ritornano al potere. Il presidente José Sarney (1985-1990) e il suo successore, Fernando Collor de Mello (eletto nel dicembre 1989, per la prima volta con suffragio universale), devono far fronte a una situazione economica e finanziaria particolarmente difficile. Nel 1992 accusato di corruzione, F. Collor de Mello, sospeso dalle sue funzioni, è costretto alle dimissioni. Il vicepresidente Itamar Franco garantisce la transizione, alla guida dello stato. Nel 1995 Fernando Henrique Cardoso diventa presidente della repubblica.

SCHEDA
Abitanti     155.800.000
Superficie  8.511.965 km2
Densità     18,3 ab./km2
Capitale    Brasilia
Governo    Repubblica presidenziale
Moneta     Real
Lingua      Portoghese, idiomi amerindi
Religione   Cattolica, in minoranza protestante, animista

Info:
EMBRATUR (portoghese)
VISIT BRASIL (Inglese – Spagnolo – Francese)