Seychelles: Cultura e tradizioni

Panorama culturale generale
Fra i dati principali che determinano i caratteri culturali delle Seychelles  si devono citare le immigrazioni, che nel corso del tempo, a partire dal primo insediamento di coloni francesi e schiavi africani nel 1770, sono andate a formare l’attuale miscela multirazziale. Qui si trovano tutte le sfumature di pelle o di capelli, derivanti dall’unione di geni europei, africani, indiani, cinesi e arabi. La maggioranza della popolazione è costituita comunque dal ceppo creolo, di origine africana e francese. Oggi le Seychelles contano circa 80.000 abitanti, i due terzi dei quali hanno un’età inferiore ai trent’anni. Un altro tratto significativo è la distribuzione della popolazione sul territorio, con la concentrazione quasi totale nelle due grandi isole granitiche di Mahé e Praslin e nella capitale Victoria, mentre il resto è distribuito in piccole comunità di pescatori e addetti alla salvaguardia ambientale sulla trentina di isole dell’arcipelago. La lingua più diffusa è il creolo, idioma ufficiale dal 1981, mentre l’inglese ha la funzione di lingua commerciale e legislativa e il francese è parlato dalle molte famiglie che hanno questa discendenza. La maggioranza è di fede cattolica, ma esistono anche comunità di anglicani, avventisti, mormoni, musulmani, indù e bahai, mentre ha ancora una certa influenza, seppur limitata, la credenza in varie forme di magia, in particolare quella derivata da culti vudù simili a quelli caraibici. Le Seychelles sono una repubblica indipendente basata su una costituzione aggiornata nel 1993, quando venne introdotto il sistema pluripartitico. Il territorio è suddiviso in quindici distretti amministrativi, che fanno capo a Victoria, sull’isola di Mahé. Oggi le Seychelles sono una società in trasformazione, con aspetti di occidentalizzazione innestati su un carattere nazionale piuttosto tradizionalista e tratti culturali originali dalla forte specificità.

Istruzione Il sistema scolastico è in forte sviluppo: scuola materna facoltativa fra i 3 e i 5 anni e mezzo, istruzione obbligatoria fino all’età di 15 anni e mezzo.
Dai 16 ai 20 anni e mezzo si può scegliere fra vari corsi accademici, tecnici e professionali al politecnico di Mont Fleuri.

Costumi Sociali
Sullo sfondo “eterno” di una natura esuberante, del sole e del mare, i costumi sociali portano i segni dell’intensa storia dell’arcipelago a partire dal XVIII secolo: la dominazione francese e gli schiavi africani, l’avvento degli inglesi e la fusione creola, l’influenza del cattolicesimo e la magia degli spiriti gris-gris, l’influsso sovietico e la forte occidentalizzazione. Una serie di caratteri che rendono unica la congerie culturale delle Seychelles. Il dominio della chiesa cattolica incide sulle norme di comportamento, ad esempio riguardo all’abbigliamento e al modo di atteggiarsi, che deve essere consono e rispettoso sia nei luoghi sacri sia in quelli pubblici. Sopravvive una struttura familiare allargata a gestione matriarcale, con più generazioni che vivono sotto lo stesso tetto, e sono importanti gli appuntamenti con le celebrazioni religiose come le feste dedicate alla Madonna. La messa della domenica mattina è uno dei principali momenti d’incontro, quando tutti si vestono a festa con l’abito migliore. Si è verificata una fusione della religione cattolica con diverse forme di magia (proibita ufficialmente dal governo coloniale nel 1958) e con le superstizioni locali. Al gris-gris dei guaritori vudù si è aggiunta la magia “d’importazione” francese Petit Albert (dal nome dell’autore francese dell’Ottocento).

Arti
Il “meticciato” sorto dal crogiuolo delle Seychelles si riflette in tutti gli aspetti della cultura, dall’arte alla musica, dall’architettura, al teatro, dalla letteratura alla gastronomia. Sopravvivono, fusi in un linguaggio multiforme, elementi delle origini francesi, africane e malgasce, mentre oggi all’identità creola, considerata come la tradizione originaria delle Seychelles, viene dato impulso dal governo, che ha fondato la Scuola Nazionale di Musica, la Compagnia Culturale Nazionale e promuove e tutela la cultura creola attraverso il Festival Kreol.

Il Festival Kreol
Il festival si svolge alla fine di ottobre, ogni anno in una città diversa, dura una settimana ed è l’occasione per scoprire cosa avviene nel mondo creolo delle Seychelles e non solo: infatti sono invitati artisti creoli da altri paesi e vengono creati spazi dedicati ai giovani che desiderano esibire il proprio talento. Teatro di strada, teatro di marionette, dibattiti sulla cultura creola, mostre fotografiche, concorsi di danza, oltre a un mercatino dell’artigianato, sono le attrazioni che allestiscono il programma dell’evento.

Musica, canti e danze
La cultura locale trova l’espressione più tipica nella musica, nei canti e nella danza. Come nel caso dei gospel dei neri afroamericani, le canzoni sono spesso preghiere trasformate dagli schiavi in canti di lavoro. Anche in questo caso si è verificata una fusione delle tradizioni africane ed europee, in particolare grazie all’utilizzo di strumenti quali la fisarmonica, il banjo e il violino, importati dai coloni europei. Gli strumenti ad arco come il bom e il makalapo sono eredità della cultura africana, e accompagnano danze e canti costituiti da parole africane poco intelligibili, forse di origine onomatopeica. Le cetre invece sono di probabile origine malgascia: la zez accompagna canti che raccontano la vita quotidiana, mentre la moulumba crea lo sfondo per racconti tradizionali del Madagascar. Fra i suoni più suggestivi quello dell’ansive, una conchiglia un tempo suonata dai pescatori al ritorno dalla pesca. Le più popolari fra le danze sono la moutia e la sega, di origine africana e malgascia. La prima è legata a riti magici ed ancestrali, viene eseguita di sera intorno al fuoco e spesso dura tutta la notte. La seconda è eseguita al ritmo frenetico dei tamburi, mentre i danzatori si fronteggiano con movenze sensuali. Chiara l’origine europea della contredanse, una quadriglia francese, del mazok, un tipo di valzer, e del kosez, un’altra quadriglia, talvolta suonati dai camole, gruppi tradizionali itineranti che si accompagnano con banjo, fisarmonica e tamburi.

Letteratura, teatro e arte
Il Kreol Institute di Mahé è stato creato per studiare e promuovere la cultura creola, in particolare la letteratura. La giovane e ristretta comunità degli scrittori delle Seychelles è legata alla società degli scrittori dell’oceano Indiano. Fra gli autori principali Antoine Abel, che nel 1982 ha pubblicato il primo romanzo in lingua creola, e Samuel Accouche, al quale si deve un libro sulla tradizione orale. Questa forma d’espressione è fondamentale nella cultura delle Seychelles e vive ancora oggi attraverso filastrocche e giochi di parole dalle influenze europee o africane: personaggi umani come Pti Zan sono di origine francese, mentre Soungoula, mezzo uomo e mezzo scimmia, la tartaruga Makoupa e la lepre Kosoupa derivano dalla mitologia africana.

Teatro
Una tradizione teatrale quasi scomparsa è quella delle rappresentazioni di strada dette sokwé e boya, in origine delle danze durante le quali gli attori-danzatori improvvisano sulla traccia di un canovaccio. Le prime sono a tema burlesco, mentre le seconde mettono in scena un malato o un morto, il guaritore e il suo seguito. Il teatro com’è conosciuto in occidente non si è ancora affermato e continuano a prevalere musica e danze, ma un maggiore interesse verso questa forma d’arte è nato con il successo della commedia creola Bolot Feray.

Arte
Negli ultimi anni molti artisti ed artigiani sono immigrati alle Seychelles, dove si è creata una vera e propria industria per far fronte alla domanda di souvenir originali da parte dei turisti. Ma ci si può fare un’idea dell’esuberante e coloratissima pittura “indigena” visitando la Galleria Nazionale in Francis Rachel Street a Victoria. Il pittore più famoso e l’ispiratore dell’ultima generazione è Michael Adams, che ha donato uno stile particolare alle rappresentazioni artistiche delle isole. La sua straordinaria sensibilità verso la natura, i colori e la mescolanza delle suggestioni culturali delle Seychelles gli permettono di “riordinare” il caos in un unico affresco che racconta i mille volti dell’Oceano Indiano. Il suo studio è a Mahé, mentre a Praslin dipinge la pittrice Christine Harter. Fra gli altri pittori Egbert Marday, Serge Rouillon, Donald Adelaide, Peter-Pierre Louis. Sulle rotonde in 5th Avenue a Victoria sono situate sculture di Lorenzo Appiani: quella con i tre delfini in Freedom Square rappresenta i continenti che hanno contribuito a popolare le Seychelles: Asia, Africa ed Europa.

Architettura
L’architettura tradizionale delle Seychelles non ha lasciato molte tracce, soprattutto a causa dei lavori che nel corso del tempo hanno modificato l’assetto o i materiali originali delle vecchie case, spesso per rispondere in modo più adeguato ai principali problemi meteorologici: caldo e piogge abbondanti. Di recente però è stato istituito un registro degli edifici di valore storico. Lo stile originario era francesizzante, simmetrico, rivisitato secondo il gusto e i materiali tropicali. Per una migliore ventilazione erano praticate aperture sulle partizioni interne e sopra ogni porta e finestra. Nell’Ottocento il tetto era coperto di tegole in legno, spesso con un ulteriore strato di foglie di palma per un miglior isolamento, ma con il nuovo secolo arrivò presto anche la lamiera ondulata. Esempi di case storiche, Chateau Mamelles a Mahé, il Grand Trianon in cima a Victoria e Mon Rêve a Bel Air. Le Seychelles hanno offerto materiali naturali in abbondanza per la costruzione delle case tradizionali. Le strutture delle abitazioni più ricche erano in legno, su pilastri e mura, mentre le fondamenta erano spesso realizzate in corallo bianco. Le case più povere poggiavano su granito mentre il tetto era in legno capucin, particolarmente resistente alle termiti. Anche i pavimenti e le pareti erano costruiti con legni locali di varia specie, mentre le coperture, che assicuravano impermeabilità e isolamento, erano realizzate con foglie di latania, una palma locale. Con il tempo i nuovi materiali hanno in parte sostituito quelli tradizionali.

Cucina
La gastronomia prelibata delle Seychelles mescola le tradizioni culinarie francesi, africane e indiane che nel corso di due secoli si sono amalgamate andando a formare il “ricettario” peculiare dell’arcipelago. Ingrediente principe è il pesce, di cui vengono pescate moltissime specie fra cui “red snapper”, sgombri, tonni, pesci pappagallo, barracuda, squali, cernie. Oltre ad aragoste, polpi, gamberi, scampi, granchi e vongole. Numerosi anche i piatti a base di carne (polli, oche, volpi volanti e da qualche tempo maiale), mentre le verdure più utilizzate sono pomodoro e peperoncino piccante, seguiti da aglio, cipolle, melanzane, spinaci, lenticchie, cetrioli, carote, peperoni verdi, frutto del pane e manioca. Molto utilizzati zenzero e curry, condimenti a base di lime, limone, olio, pepe e sale, oltre a latte di cocco e frutta tropicale come base per i dolci. Per primi piatti i creoli sono specializzati nel cucinare le zuppe, come quella di lenticchie con aglio, zenzero e verdure; come le zuppe di pesce in cui oltre a varie qualità di pesce mescolano pomodoro, cipolle, e altre verdure; o come la zuppa tec tec a base di crostacei. Sono spesso servite frittelle di polipo o di melanzane condite con salsa piccante. Per secondo il pesce: nei modi più diversi, grigliato alla creola e servito con salsa Rougay, oppure pesce al kari koko, al curry addolcito con il cocco. In genere le carni sono stufate o in fricassea, servite con patate dolci. Nelle insalate si possono trovare cavoli, pomodori, peperoni verdi, cetrioli, cipolle, cuori di palma, mango verde, papaia verde e condimenti a base di lime e peperoncino. Tra i dolci le specialità sono la torta di cocco, il dolce di banane, le banane caramellate, il ladob, a base di patate dolci, cocco e frutto del pane. Spesso sono servite macedonie e gelati a base di frutta esotica locale come mango, papaia, ‘jamalac’, frutto della passione, ananas e ‘guaiava’. Fra le bevande la più diffusa è la birra lager, prodotta localmente, ma è facile trovare anche il vino d’importazione. Il fresco succo di lime o il sitronel le bevande per chi non ama l’alcol, mentre per gli altri il toddy, ottenuto dai germogli di palma fermentati, il baka, derivato dalla canna da zucchero, e il lapuray, ricavato dalla frutta.


Info: https://www.seychelles.travel/it (Italiano)