Indonesia

Repubblica dell’Asia sudorientale, il cui territorio comprende le isole di Sumatra, Giava, le Piccole Isole della Sonda, le Molucche, Sulawesi (Celebes), la maggior parte dell’isola del Borneo (Kalimantan), la parte occidentale della Nuova Guinea (Irian Jaya) e altre centinaia di isole minori. Ha in amministrazione fiduciaria il settore portoghese dell’isola di Timor.
Le isole sono tutte essenzialmente montuose. Particolarmente importante è il sistema montuoso di Sumatra; di natura vulcanica sono i monti Barisan che orlano la costa sudoccidentale dell’isola, con varie cime di considerevole altezza, quali il Kerinci (3.805 m) e il Dempo (3.159 m). La parte settentrionale si affaccia su una vasta pianura paludosa. A Giava spiccano numerosi apparati vulcanici (più di cento, parte dei quali ancora attivi); tra questi da ovest a est, il Salak (2.211 m), lo Slamet (3.428 m), il Lawu (3.276 m) e il Semeru (3.669).
L’isola di Giava è interamente percorsa da catene montuose, di natura calcarea, che arrivano fino alla costa, frastagliata e ricca di baie. Anche l’isola di Celebes è sovrastata da cime imponenti e apparati vulcanici (monte Rantekombola, 3.450 m).
Nel Kalimantan vaste pianure alluvionali si interpongono alle principali dorsali montuose (monti Kapuas, Iran Penamba e Meratus).
Assai aspre sono le forme del paesaggio di Celebes: il rilievo, sovrastato spesso da apparati vulcanici, raggiunge cime piuttosto elevate in tutta l’isola.
A est di Giava l’arcipelago indonesiano si frantuma nelle piccole isole della Sonda (Timor, la maggiore, Bali, Lombok, Sumba, le Molucche).
Numerosi i fiumi, in genere abbondanti d’acqua e navigabili da piccole imbarcazioni, utilissimi per le comunicazioni con le regioni interne ancora in parte coperte da foreste. A Giava il fiume principale è il Solo, mentre nell’Irian scorre il Digul.
Limitato il numero dei laghi, il più esteso dei quali è il Toba nell’isola di Sumatra; altri laghi sono presenti a Celebes (Towuti, Poso) e nel Borneo (Jempang).
L’Indonesia presenta un clima prevalentemente di tipo equatoriale, con temperature elevate durante tutto l’anno e precipitazioni determinate dal regime dei monsoni.
La capitale è Jakarta, sulla costa dell’isola di Giava, fulcro della vita politica, economica e culturale del paese.
Le altre città dell’isola di Giava sono Surabaya, Bandung, Malang, Yogyakarta, Surakarta e Semarang.
A Sumatra le città maggiori sono Medan e Palembang.
Le due maggiori città del Borneo sono Pontianak e Banjarmasin: qui si possono ancora ammirare le tradizionali case galleggianti o su palafitte. A Celebes il porto di Makasar è anello di collegamento tra le isole della Sonda e le Filippine.
L’economia indonesiana è ancora basata sull’agricoltura, occupando il 48% della popolazione attiva.
Principale coltura è il riso (al terzo posto nella graduatoria mondiale dopo la Cina e l’India). Altri prodotti sono manioca, patate dolci, mais, vari ortaggi (pomodori, cipolle) e frutta (soprattutto banane, agrumi e ananas). Notevole la produzione di olio, grazie alle piantagioni di soia, di arachide, di palma da olio, sesamo e ricino.
Il principale prodotto agricolo di esportazione è il caffè (l’Indonesia è il maggior fornitore asiatico e si pone al terzo posto nella graduatoria mondiale); si producono inoltre canna da zucchero, tè, tabacco e spezie.
Un ruolo modesto hanno infine le piante tessili (kenaf, cotone, agave e lana).
Importanti sono le foreste che forniscono essenze pregiate come l’hevea brasiliensis (da cui si trae la gomma naturale di cui l’Indonesia è il secondo produttore mondiale), il tek, l’ebano, il mogano, il sandalo, il bambù e alberi utilizzati per la tintura, per legname da opera e per la resina.
L’allevamento è poco sviluppato, prevalgono caprini e ovini, volatili da cortile, bovini. Diffusa è la pesca che viene praticata non solo nelle zone costiere, ma anche nelle acque interne, ove si hanno numerosi allevamenti ittici (carpe).
Le risorse minerarie sono cospicue ma non sfruttate appieno. Particolarmente importanti sono i giacimenti di petrolio e di gas naturale.
L’Indonesia è un forte produttore di stagno. Dispone inoltre di bauxite, nichel, carbone, rame, diamanti, oro, argento, manganese, fosfati, sale e uranio. Nonostante le risorse petrolifere e l’immenso potenziale idrico, del tutto deficitario è il settore energetico.
La maggiore concentrazione di industrie si ha a Giava, anche se la principale attività resta quella di estrazione dei minerali destinati all’esportazione. Le uniche industrie rilevanti sono le raffinerie di petrolio.
L’industria siderurgica infatti è modesta, costituita da un unico complesso per la produzione di alluminio a Kaulatanjung (Sumatra) e da alcune fonderie di stagno e rame.
L’industria manifatturiera destinata al consumo interno è tuttora occupata dall’artigianato: famose le ceramiche di Palembang, la lavorazione dei tessuti batik e la fabbricazione di cappelli in bambù.
Un certo rilievo hanno il settore tessile e quello alimentare (zuccherifici, oleifici, birrifici, riserie, impianti per la lavorazione del tè, del caffè e del tabacco), l’industria chimica dei fertilizzanti e quella cementiera.

STORIA
Inizialmente suddivisa in piccoli regni di cultura indiana. l’Indonesia è dominata dal VII al XIV sec. dal regno di SrÑvijaya. Dal XIII al XVI sec. l’islamismo si diffonde in tutto l’arcipelago con la sola eccezione di Bali che resta fedele all’induismo. L’impero di Majapahit regna sull’arcipelago nel XIV-XV sec. Nel 1511 i portoghesi prendono Malacca, nel 1521 arrivano alle Molucche.
Nel 1602 viene fondata la Compagnia Olandese delle Indie orientali. Essa interviene negli affari internazionali dei sultani javanesi (Banten, Mataram). Nel 1641 gli olandesi prendono Malacca. Nel 1799 la Compagnia perde i propri privilegi e gli olandesi praticano la colonizzazione diretta. Nel 1812 e 1830 scoppiano alcune rivolte a Java e nelle Molucche. Tra il 1830 e 1860 il sistema delle coltivazioni basato sui lavori forzati degli autoctoni, introdotto da J. Van den Bosch, arricchisce la metropoli.
All’inizio del XX sec. la pacificazione delle indie olandesi è realizzata. Nel 1911-1917 si organizzano i partiti politici: il Sarekat Islam (1911), il Partito Comunista (1920), il Partito Nazionale (1927) animato da Sukarno. Dal 1942 al 1945, il Giappone occupa l’arcipelago. Nel 1945 Sukarno proclama l’indipendenza dell’Indonesia. Nel 1949 i Paesi Bassi la riconoscono. Nel periodo 1950-1967 Sukarno si sforza di instaurare un socialismo all’indonesiana e deve far fronte a vari movimenti separatisti.
La conferenza di Bandung del 1955 consacra il ruolo dell’Indonesia nell’ambito del terzo mondo. L’Irian (Nuova Guinea occidentale) è restituita dai Paesi Bassi e unita all’Indonesia. Agli inizi degli anni ’60 l’Indonesia si oppone alla formazione della Malesia. Nel 1967 Sukarno viene eliminato e sostituito da Suharto che applica una politica anticomunista e anticinese. Nel 1975-1976, l’annessione del Timor orientale avvia un’attività di guerriglia. Suharto, regolarmente rieletto presidente della repubblica dal 1968, fa appello ai capitalisti occidentali. Si diffonde l’islamismo fondamentalista. Dopo l’ultima rielezione nel marazo 1998 (con scadenza del mandato nel 2003), Suharto è costretto a dimettersi pochi mesi dopo per una grave crisi economica, sostituito dal suo vice, Habibie.

SCHEDA
Abitanti     238.452.952 ab (2004)
Superficie  1.919.940 km²
Densità     124 ab./km²
Capitale    Giakarta (8.300.000 ab. / 2000)
Governo    Repubblica presidenziale
Moneta     Rupia indonesiana
Lingua      Indonesiano, giavanese, lingue locali
Religione   Prevalente musulmana, minoranza cristiana