Giappone

Monarchia costituzionale dell’Asia orientale, il Giappone è costituito da quattro isole principali, Hokkaido, Honshñ, Kyushu e Shikoku, circondate a loro volta da un migliaio di isole minori, isolotti e scogli. Le isole sono disposte ad arco, tra il mar del Giappone e l’oceano Pacifico, a sud dell’isola di Sahalin e delle isole Curili.
Il territorio, ad alta attività sismica, è prevalentemente montuoso, attraversato da catene disposte longitudinalmente lungo l’intero arco insulare, e dalle Alpi Giapponesi (isola di Honsho) che raggiungono i 3.000 m.
La massima cima è il massiccio isolato del Fuji-San (3.776 m).
L’arcipelago presenta quattro fasce vulcaniche (più di un quarto dei rilievi è di natura vulcanica), comprendenti 165 coni, di cui circa un terzo è attivo.
La pianura più ampia è la depressione centrale dell’isola Honshñ, sul versante del Pacifico.
In tutto il resto del paese le pianure sono limitate a fasce pianeggianti lungo la costa.
Le coste orientali si estendono per circa 27.000 km, a strapiombo sul mare e sono ricche di baie.
Limitate sono le coste basse e sabbiose, con presenza di lagune o laghi costieri.
Data la disposizione longitudinale dell’arcipelago, il clima presenta caratteristiche assai varie.
In generale il versante del Pacifico è più caldo e meno nebbioso, riparato dalle correnti fredde continentali dalla presenza delle montagne.
Sensibili sono le variazioni da nord a sud; infatti l’isola di Hokkaido presenta inverni molto rigidi (a causa dei venti siberiani) mentre l’isola di Kyushu, la più meridionale, ha un clima tropicale, mite e con scarse escursioni stagionali.
I fiumi sono ricchi d’acqua, data l’abbondanza delle precipitazioni, ma per la conformazione del territorio, pochi superano i 200 km di lunghezza.
L’isola di Honshñ vede le maggiori risorse idrografiche del paese, con il fiume più lungo (Shinano di 367 km), e il lago Biwa (674 km2).
Le zone più popolate sono le coste del Pacifico dove sorgono i maggiori agglomerati urbani. Tokyo è la città più popolosa del mondo, con un’area urbana che ospita 12 milioni di abitanti. Attivissimo porto, è capitale politica e culturale del paese.
Insieme a Yokohama costituisce uno dei tre poli di urbanizzazione dell’isola; il secondo è costituito da Kyoto, Osaka e Kobe, il terzo da Nagoya e Gifu.
L’isola di Kyushu ha la sua principale area urbana nelle città di Kitakyushu e Fukuoka.
Altri centri dell’isola sono Nagasaki, Sasebo, Kumamoto e Kagoshima.
Nell’isola di Shikoku città principali sono Takamatsu e Matsuyama, sulla costa del mar Interno. L’isola di Hokkaido è la meno popolosa; la città principale è Sapporo.
Lo sviluppo industriale del Giappone ha avuto connotazioni molto singolari. Infatti il paese dalla struttura feudale e sostanzialmente agricola in essere sino all’inizio del XX sec., ha avuto uno sviluppo particolarmente rilevante negli anni ’60, con un tasso di sviluppo annuo medio superiore al 10%.
Il fenomeno è ancor più singolare se si pensa che il Giappone è un paese povero di materie prime, in particolare di prodotti minerari.
Tuttavia la disponibilità di manodopera a basso costo, la stabilità politica e un clima generale di pace sociale hanno permesso al Giappone di diventare il terzo paese più industrializzato del mondo, superando anche i livelli produttivi di Francia e Germania.
Il perno dell’economia è l’attività manifatturiera che importa le materie prime ed esporta il prodotto finito.
Non trascurabile è stato il ruolo del governo che, pur rispettando l’impronta liberista dell’economia, ha tuttavia favorito gli operatori con politiche di supporto che si sono spesso rivelate cruciali per il successo economico Giapponese.
L’agricoltura, già fulcro dell’economia, partecipa ora solo per il 3% alla produzione del reddito nazionale.
Il territorio coltivabile, dato il suo carattere montuoso, è relativamente esiguo (13%) e impone coltivazioni intensive; inoltre quasi ovunque la proprietà è estremamente frazionata, fattore questo che tende a penalizzare i redditi agricoli.
Nonostante i molti sforzi di modernizzare l’agricoltura, le colture principali rimangono quelle tradizionali asiatiche, con spiccata prevalenza della risicoltura intensiva che rende possibili anche due raccolti l’anno.
Il riso occupa più di metà del terreno coltivabile e riesce a coprire il fabbisogno interno, pur essendone una cospicua parte destinata alla produzione di saké, il liquore nazionale.
Un certo sviluppo ha avuto la produzione del frumento, che viene alternato come coltura invernale alle piantagioni di riso.
Discretamente diffusa è la coltivazione dell’orzo; meno rilevanti sono mais, avena e miglio.
Si coltivano inoltre patate e patate dolci, in via di espansione la coltivazione di ortaggi determinata dall’evoluzione della domanda alimentare proveniente dalle città.
Accresciuta anche la frutticoltura, che risponde sia al mercato interno che all’industria di conservazione destinata all’esportazione.
Tra le colture industriali molto diffusa è quella del tè, in gran parte esportato.
Si praticano inoltre le colture oleaginose e tessili (lino, canapa e soprattutto seta).
Consistente è anche la produzione del tabacco, del luppolo, della canna e della barbabietola da zucchero e della frutta.
Ingente è il patrimonio forestale che alimenta una notevole produzione di legname, utilizzato come materiale da costruzione e per la produzione della carta. Un’attentissima politica di tutela dell’ambiente ha impedito il depauperamento di questa risorsa.
Il ruolo dell’allevamento è stato piuttosto limitato, data anche l’esiguità delle aree a prato. Ma la domanda alimentare urbana ne ha stimolato la crescita, soprattutto per quanto riguarda l’allevamento di bovini, condotto in complessi zootecnici attrezzati e razionali.
La pesca, sia costiera sia d’alto mare, riveste tuttora un ruolo molto importante nell’economia generale del paese e pone il Giappone al primo posto per pescato annuo (aringhe, salmoni, merluzzi, tonno e balene). L’attività è svolta in parte da imprese di piccole dimensioni e in parte da imponenti gruppi industriali.
Le coste, in particolare quelle sul Pacifico, sono ben attrezzate sia dal punto di vista portuale che degli insediamenti delle industrie conserviere.
Lo sfruttamento del mare si esplica anche nella raccolta delle perle, sia naturali che coltivate, e nella raccolta delle alghe, componente base dell’alimentazione giapponese. Il ruolo della pesca può essere sintetizzato dal seguente dato: più del 50% delle proteine animali della dieta della popolazione giapponese proviene da prodotti del mare.
Gli unici minerali metalliferi di cui esistono discreti giacimenti sono lo zinco e il rame; di minor rilievo sono quelli di piombo, oro, argento, stagno, cromo, manganese e mercurio.
Scarsissimi sono i minerali di ferro, importati in quantità massicce; buoni i giacimenti di zolfo.
L’unica risorsa energetica di cui dispone il Giappone è il carbone, proveniente da limitati giacimenti di difficile sfruttamento.
Molto scarso anche il petrolio, estratto in quantità irrisorie rispetto al consumo nazionale.
La maggior parte dell’energia prodotta è di origine termoelettrica prodotta con materie prime di importazione, e dalle centrali nucleari, in quanto lo sfruttamento idrico esaudisce solo l’11% del fabbisogno del paese.
Il Giappone è tra i maggiori produttori di acciaio e notevoli sono le produzioni di alluminio, di rame e di zinco.
Potentissimo è il settore cantieristico, che mette il Giappone al primo posto per la produzione di navi da trasporto e di petroliere giganti.
In forte espansione negli ultimi anni è stata l’industria automobilistica, di cui il Giappone ha dal 1980 il primato mondiale.
Importante anche l’industria di biciclette e motociclette.
Si producono strumenti ottici (macchine fotografiche e cinematografiche, binocoli, microscopi, proiettori), prodotti per l’industria radiotecnica (radio e televisori) e orologi. Molto affermata l’industria elettronica.
In espansione è l’industria chimica, per la produzione di acido solforico, soda caustica, materie plastiche, fertilizzanti azotati, coloranti e prodotti farmaceutici.
Ben sviluppata è l’industria della gomma, in particolare per la produzione di pneumatici, della carta, di tessuti (fibre naturali e sintetiche), delle ceramiche e del vetro.
Il commercio con l’estero è sempre più in espansione, grazie al crescente volume di esportazione.

STORIA
Nel IX millennio a. C. si ha il primo insediamento di popolazioni paleolitiche provenienti dal continente nord asiatico. Al periodo dal VI millennio al III sec. a. C. (periodo Jomon) risalgono suppellettili decorate, utensili in pietra levigata, mortai. Fra il III sec. a. C. e il III sec. d. C. (periodo Yayoi) si sviluppano la cultura del riso, la metallurgia del bronzo e del ferro e la tessitura. Risalgono al III-VI sec. (periodo dei kofuns) grandi tumuli a camera funeraria e decori murali evocanti la vita quotidiana; attorno ai tumuli, terrecotte in forma di animali e di guerrieri. L’architettura religiosa scintoista si sviluppa a Ise e a Izumo.
Lo stato di Yamato (V-VI sec.) beneficia dell’influenza cinese, che gli giunge attraverso la Corea. Nel 538 il Giappone entra nella storia con l’introduzione del buddhismo, proveniente dalla Corea. Nel 645 il clan dei Nakatomi elimina quello dei Soga e imposta un governo a imitazione di quello della Cina dei Tang. Sei sette buddhiste (periodo di Nara, 710-794) sviluppano le loro concezioni presso la corte, stabilita a Nara e nel 794 viene fondata la nuova capitale, Heian-Kyo (Kyoto). Gruppi di coloni-guerrieri si insediano nel nord di Honshñ. Fra l’858 e la metà del XII sec. i Fujiwara detengono il potere. Nel 1185 il clan dei Taira è sconfitto da quello dei Minamoto.
Il capo del clan Minamoto, Yoritomo, viene nominato generale (shogun). Egli possiede ormai un duplice potere centrale: quello dell’imperatore (tenno) e della corte, e quello di shogun e del suo governo (bakufu). Nel periodo di Kamakura il bakufu, stabilito a Kamakura, è dominato da Yoritomo e dai suoi figli, quindi dagli Hojo. Nel periodo di Muromachi gli shogun Ashikaga si stabiliscono a Kyoto. Guerre civili insanguinano il paese, come la guerra delle Due Corti (1336-1392) e i conflitti incessanti tra i vari signori. Contemporaneamente, mercanti portoghesi penetrano nel Giappone (1542), che Francesco Saverio, arrivato nel 1549, comincia a evangelizzare. Nel 1582 dopo nove anni di lotte, Oda Nobunaga sconfigge gli Ashikaga. Toyotomi Hideyoshi, primo ministro dell’imperatore, unifica il Giappone sottomettendo i signori indipendenti. Nel 1603 Tokugawa Ieyasu si installa a Edo (Tokyo), si dichiara signore ereditario e dona al Giappone istituzioni stabili. Nel periodo di Edo o dei Tokugawa il paese è chiuso agli stranieri (salvo ai cinesi e agli olandesi) dopo la ribellione del 1637 e si sviluppano le città e la classe dei mercanti. Nel 1854 gli occidentali intervengono militarmente per obbligare il Giappone ad aprirsi al commercio internazionale.
L’ultimo shogun, Yoshinobu, dà le dimissioni e l’imperatore Mutsuhito (1867-1912) si stabilisce a Tokyo. Vengono adottate le tecniche e le istituzioni occidentali (costituzione del 1889) per fare del Giappone una grande potenza economica e politica. È un periodo di espansione estera: al termine della guerra cino-giapponese (1894-1895), il Giappone acquisisce Formosa; uscito vincitore dalla guerra russo-giapponese (1905), si impone in Manciuria e in Corea, paesi che annette al proprio territorio nel 1910. Durante il regno di Yoshihito (era Taisho), il Giappone entra nella prima guerra mondiale a fianco degli alleati e ottiene i possedimenti tedeschi del Pacifico. Nel 1926 Hirohito succede al padre, iniziando l’era Showa. Nel 1931 l’estrema destra nazionalista al potere fa occupare la Manciuria e nel 1937-1938 il Giappone occupa il nord-est della Cina. Nel 1940 firma un trattato tripartito con la Germania e l’Italia e nel 1941-1942 occupa la maggior parte dell’Asia del sud-est e del Pacifico. Nell’agosto 1945 il paese capitola dopo i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki. Una nuova costituzione instaura una monarchia costituzionale e nel 1951 il trattato di pace di San Francisco restaura la sovranità del Giappone. Da allora, la vita politica è dominata dal partito liberal-democratico (PLD) e il Giappone diventa una delle prime potenze economiche del mondo. Nel 1989 dopo la morte di Hirohito, gli succede il figlio Akihito che inaugura l’era Heisei (gennaio). Nel 1992 il parlamento adotta il progetto di legge che consente la partecipazione di soldati giapponesi alle missioni dei paesi dell’ONU. Nel 1993 con le elezioni legislative, il PLD perde la maggioranza assoluta. Viene formato un nuovo governo di coalizione, che raggruppa vari partiti dell’opposizione, sotto la direzione di Hosokawa Morihiro. Nel 1994 un socialista, Murayama Tomiichi, guida un nuovo governo di coalizione, dominato dal PLD, e nel 1996 la coalizione è rinnovata con Hashimoto Ryutaro, presidente del PLD, primo ministro. Le elezioni del luglio 1997 per il rinnovo di metà dei seggi della Camera Alta costringono alle dimissioni il primo ministro. Diventa primo ministro il nuovo presidente del PLD Obuchi.

SCHEDA
Abitanti      125.100.000
Superficie   372.750 km2
Densità      335,6 ab./km2
Capitale     Tokyo
Governo     Monarchia costituzionale ereditaria
Moneta      Yen
Lingua       Giapponese
Religione    Religione-Scintoista, buddhista e cristiano