Perù

Repubblica dell’America meridionale; confina a nord con la Colombia e l’Ecuador, a est con il Brasile e la Bolivia, a sud col Cile, a ovest è bagnato dall’oceano Pacifico.
Il territorio peruviano è dominato dalla presenza delle Ande, che si articolano nella successione, in senso longitudinale, da est a ovest, di tre catene: la Cordigliera Orientale, la Cordigliera Centrale e la Cordigliera Occidentale, assai differenziate tra loro.
La Cordigliera Orientale è imponente a sud, dove si innalzano tra gli altri i monti Auzangate (6.384 m) e Salcantay (6.271 m), mentre verso nord si suddivide in una serie di dorsali minori.
Anche la Cordigliera Centrale è a sua volta piuttosto irregolare, tranne che nella parte più settentrionale, ed è comunque la catena meno imponente
La Cordigliera Occidentale è la più imponente, e costituisce un notevole ostacolo alle comunicazioni tra la costa e l’interno; anche i passi sono infatti situati a quote elevatissime: valga l’’esempio del passo di Ticlio, raggiunto dalla ferrovia Lima-La Oroya, la più alta del mondo, posto a 4.829 m di quota.
Tra le Cordigliere si alternano frequenti e numerose le valli e gli altopiani che rappresentano le zone tradizionalmente più abitate del paese.
Sul versante orientale le Ande digradano gradualmente verso i bassopiani amazzonici, occupando nel nord una parte della pianura amazzonica, dove il Maranòn e l’Ucayali vanno a formare il Rìo delle Amazzoni, mentre più a sud il confine si trova già ai piedi delle propaggini andine.
La presenza dello spartiacque della Cordigliera Occidentale a ridosso della costa del Pacifico determina la brevità dei fiumi del versante occidentale, che hanno generalmente un corso impetuoso e ripido, pur di regolare portata, grazie alla presenza dei ghiacciai andini. A prescindere dal bacino del lago Titicaca, sul confine boliviano, i fiumi del versante andino orientale sono per la maggior parte tributari dell’Atlantico, attraverso il Rìo delle Amazzoni.
Il clima, data l’estensione in latitudine e in altitudine, presenta variazioni sensibili. La corrente fredda di Humboldt determina sulla costa un clima arido e fresco; la piovosità aumenta sui versanti orientali delle catene ed è costante nella pianura interna, che ha un clima equatoriale.
La capitale è Lima, una metropoli vivacissima per le sue attività economiche e industriali; Callao costituisce il porto della capitale.
Sulle Ande il centro maggiore è Cuzco, la capitale incaica; altri centri sono Arequipa, Trujillo, Chiclayo, Iquitos, Chimbote.
La metà della popolazione è costituita da indio, in parte discendenti dagli inca; meticci, bianchi, e minoranze negridi e asiatiche formano la restante parte della popolazione.
La maggior parte dell’arativo è occupata dai cereali: il mais, l’orzo, il frumento, il sorgo e la quinoa, una pianta simile al miglio conosciuta già dagli Incas; di recente introduzione è il riso, che si coltiva nelle aree irrigue della costa. Con i cereali, la patata e la manioca costituiscono la base del consumo alimentare locale. Il paese può inoltre contare su varie colture orticole, tra cui cipolle e pomodori e frutticole, che provengono soprattutto dalla costa (agrumi, ananas, banane, mele, pesche).
Rilevante è la coltura della vite, diffusa in tutte le valli costiere meridionali.
Le colture commerciali sono di notevole rilievo, in particolare il cotone, la canna da zucchero e il caffè, che alimentano anche una consistente esportazione; ruoli più modesti hanno il tabacco, il cacao, il tè e alcune oleaginose, come il sesamo e la soia.
Le foreste e i boschi costituiscono un potenziale ingentissimo ancora poco sfruttato, anche per la scarsità di vie di comunicazione. Le foreste sono ricche di ogni genere di legnami e di pregiate essenze di ebanisteria (mogano, cedro, palissandro).
L’allevamento, specie delle pecore e dei lama, è una delle attività più tradizionali delle popolazioni andine, che da esso ricavano lana, latte, carne, pelli e cuoio.
L’attività peschereccia riveste un ruolo di rilievo nell’economia peruviana, benché stia dando segnali di regresso.
Il panorama minerario peruviano è piuttosto ricco. Il Perú è uno dei massimi produttori mondiali di rame e detiene il primato nell’America meridionale per il piombo, lo zinco e l’argento. L’oro riveste ormai poca importanza, mentre tuttora ha una buona consistenza l’estrazione del ferro. Dal sottosuolo peruviano si ricavano anche vanadio, molibdeno, antimonio e tungsteno, nonché vari minerali non metalliferi, come i fosfati.
Tra i minerali energetici il carbone è presente in quantità modeste, mentre più consistenti sono le risorse di petrolio e di gas naturale.
Il Perú può anche contare sull’ingentissimo potenziale idroelettrico, per ora solo parzialmente sfruttato dagli impianti esistenti, tra cui quelli sul fiume Mantara. La produzione di energia ha alimentato lo sviluppo dei settori siderurgico e metallurgico, che sia pur a livelli non competitivi in ambito internazionale, lavorano, tra gli altri, rame, piombo, antimonio e zinco.
Il settore manifatturiero, legato alla tradizione artigianale, ha le sue voci principali nell’industria tessile, del tabacco e nella trasformazione dei prodotti agricoli, zootecnici e ittici locali: oleifici, zuccherifici, birrifici, conservifici, cappellifici e calzaturifici.
Più modesto è il settore meccanico, che comprende impianti per l’assemblaggio di autoveicoli e di elettrodomestici; a Callao operano piccoli cantieri navali.
Crescente dinamismo presenta l’industria chimica, di recente introduzione nel paese, che fornisce già discreti quantitativi di acido solforico, cloridrico e nitrico, di soda caustica e di fertilizzanti azotati; numerose sono ormai anche le raffinerie di petrolio.
Vari cementifici, cartiere e fabbriche di pneumatici completano il panorama delle principali industrie peruviane.
Di gran pregio è infine l’artigianato: lavorazione dell’argento e dell’oro, ceramiche artistiche, tessuti fatti a mano.

STORIA
Il Perú fu il centro di numerose civiltà amerindie (Chavin, Moche, Chimú, Nazca, Paracas). Tra il XII e il XVI sec. gli incas estendono il loro dominio sugli altipiani andini, facendo fiorire una notevole civiltà. Nel 1532 Francisco Pizarro si impadronisce di Cuzco e condanna a morte Atahualpa (1533). Qualche anno più tardi la potenza inca è definitivamente infranta. Nel 1545 la scoperta dei giacimenti d’argento di Potosì consente un rapido arricchimento della società coloniale. Tra il 1569 e il 1581 il viceré Francisco Toledo organizza il sistema coloniale e avvia l’integrazione della popolazione indiana. Dopo il 1630 il declino della produzione di argento e la caduta demografica provocano una lunga depressione economica. Una grande rivolta indiana nel 1780-1781 scuote il paese.
Nel 1821 San Martín proclama l’indipendenza del Perú, consacrata dalla vittoria di Sucre a Ayacucho (1824). Il paese assiste a una serie di colpi di stato militari. Dal 1836 al 1839 si forma un’effimera confederazione tra il Perú e la Bolivia. Sotto la dittatura del presidente Ramon Castillo (1845-1851, 1852-1862), si assiste a uno sviluppo dell’economia, con lo sfruttamento del nitrato e del guano. La guerra del Pacifico contro il Cile, negli anni 1879-1883, termina con la sconfitta del Perú, che deve cedere la provincia litoranea di Tarapacà, ricca di nitrati. Nei periodi 1879-1881 e 1895-1899, sostenuto dall’oligarchia commerciale, il presidente Nicolas de Piérola attua un’amministrazione civile e ristabilisce le finanze.
All’inizio del Novecento, Augusto Bernardino Leguia impone la propria dittatura e avvia la modernizzazione del paese. La vita politica è contrassegnata dalla fondazione dell’Alleanza popolare rivoluzionaria americana (APRA, 1924). Tra il 1939 e il 1945 il presidente Manuel Prado y Ugarteche ristabilisce la legalità costituzionale. Nel dopoguerra José Luis Bustamante avvia una politica riformista. Nel 1956-1962, sostenuto dall’APRA, Prado y Ugarteche ritorna al potere. Nel 1963-1968 Belaunde Terry, eletto presidente, è travolto dall’opposizione rivoluzionaria e rovesciato dall’esercito.
Negli anni successivi il generale Velasco Alvarado nazionalizza le miniere e le banche e intraprende una riforma agraria. Nel 1975 viene sostituito dal generale Francisco Morales Bermudez. Nel 1980 B. Terry vince le elezioni. Egli deve far fronte alla guerriglia di Sendero luminoso. Nel 1985 l’APRA vince le elezioni generali. Il suo leader, Alan Garcia, eletto presidente della Repubblica, deve far fronte a una crisi economiche e politica che non cessa di aggravarsi. Nel 1990 Alberto Fujimori è eletto presidente della repubblica. Due anni dopo egli scioglie il parlamento e sospende le garanzie costituzionali. Il suo partito ottiene la maggioranza nelle elezioni per l’assemblea costituente. Una nuova costituzione è approvata tramite referendum nel 1993. Nel 1995 un conflitto di frontiera oppone il Perú all’Ecuador. A. Fujimori è rieletto alla guida dello stato.

SCHEDA
Abitanti      27.947.000  ab. (2005)
Superficie   1.285.216 km2
Densità      22 ab./km2
Capitale     Lima (7.112.744 ab. – 2003)
Governo     Repubblica presidenziale
Moneta       Nuovo sol
Lingua        Spagnolo e quechua, diffusi i dialetti amerindi
Religione    Cattolica

Info: www.visitperu.com (Inglese – Spagnolo + altre lingue: italiano)