Guatemala

Repubblica dell’America centrale, confina a nord e a ovest con il Messico, a nord-est con il Belize, a est con l’Honduras, a sud-est con Salvador. È bagnato a est dal mare delle Antille e a sud-ovest dall’oceano Pacifico.
A ovest il territorio è in gran parte occupato da rilievi vulcanici (Tajumulco, Santa Marìa, Atitlàn, Fuego, Agua, Pacaya, Tacanà), che scendono ripidi sulla costa e sono in parte attivi, procurando frequenti fenomeni sismici.
A nord si estende invece una regione bassa e uniforme, il tavolato calcareo del Petén; la costa sul Pacifico è di natura alluvionale, priva di porti naturali, spesso orlata da lagune. Verso est invece il territorio è pianeggiante fino alla costa caraibica.
I fiumi del versante pacifico hanno carattere torrentizio, a differenza dei tributari del Mar delle Antille, più lunghi e con regime più regolari; tra questi il maggior fiume del paese è il Motagua, navigabile per un buon tratto; rilevante il Polochic che forma il maggior lago del paese, l’Izabal.
Numerosi anche i laghi di origine vulcanica nella parte montuosa, tra i quali il più noto è l’Atitlàn.
Il clima di tipo tropicale, subisce sensibili variazioni in base all’altitudine; si distinguono infatti le Tierras Calientes nelle regioni pianeggianti, le Tierras Templadas, di media altitudine, con temperature moderate e infine le Tierras Frìas, con escursioni termiche notevoli e inverni molto rigidi nelle zone montuose.
La capitale è Guatemala, grossa città con più di un milione di abitanti; altre città sono Antigua, Chiquimula, Cobán, Escuintla, Jutiapa, Quetzaltenango e Totonicapán.
L’economia è ancora oggi prevalentemente agricola, con prodotti destinati esclusivamente alla sussistenza della popolazione (mais, sorgo, frumento, riso, patate e fagioli), e altri coltivati in modo intensivo e destinati all’esportazione. Tra questi ultimi prevale in assoluto il caffè di cui il Guatemala, insieme a El Salvador, è il massimo produttore dell’America centrale. Notevoli inoltre le produzioni di canna da zucchero, banane e cotone; non trascurabili sono il tabacco, il cacao e gli agrumi.
Lo sfruttamento della foresta, che occupa più di un terzo del paese, patrimonio ricchissimo di legni ed essenze pregiate, è ostacolato dalla mancanza di adeguate vie di comunicazione.
L’allevamento è piuttosto diffuso (bovini, ovini e suini, cavalli e volativi da cortile).
La pesca è condotta con tecniche tradizionali.
Le risorse minerarie sempre ritenute scarse, vanno rivelando maggiore consistenza; si estraggono sale, zinco, piombo, antimonio, tungsteno e petrolio, non sufficiente però a coprire l’intero fabbisogno energetico del paese. Per questo motivo il petrolio viene in gran parte importato.
Tradizionali sono le industrie di trasformazione alimentare (zuccherifici, birrifici, lavorazione del caffè, manifatture di tabacchi).
Sopravvivono le attività artigianali del mondo indio, in particolare l’attività di tessitura e tintura a mano e la produzione di ceramiche.
Sono discretamente rappresentate il settore del cemento, quello petrolchimico, chimico e farmaceutico, cartario e della gomma.

STORIA
Popolato da maya-quiché, il Guatemala viene conquistato nel 1524 da Pedro de Alvarado. Nel 1542 la regione diventa capitaneria generale che dipende dal vicereame del Messico. Nel 1821-1823 si unisce al Messico sotto l’autorità di Augustin De Iturbide. Dal 1824 al 1839 il Guatemala fa parte delle Province Unite dell’America centrale. Nel 1839 il paese riprende la propria indipendenza. Nel periodo 1840-1865, Rafael Carrera, governa in modo autoritario fino alla morte. Negli anni 1873-1885, Justo Rufino Barrios, liberale e positivista, modernizza il paese; si sviluppa la coltivazione del caffè.
Il successore Manuel Hestrada Cabrera, prosegue la sua opera mentre si costituisce l’impero delle banane dell’United Fruit. Dal 1931 al 1944 il paese subisce la dittatura del generale Jorge Ubico. Il tentativo di riforma agraria, intrapreso dal colonnello Jacobo Arbenz Guzmán nel 1951-1954 fa in modo che egli venga deposto dai generali sostenuti dagli Stati Uniti. Nel 1970-1982, il paese, devastato nel 1976 da un terremoto, deve far fronte a una guerra civile portata avanti dai guerriglieri di tipo castrista o sandinista. Nel 1982 si assiste al colpo di stato del generale Efrain Rios Montt. Nel 1983 un nuovo colpo di stato porta al potere il generale Oscar Mejia Victores. Nel 1985 viene eletto alla presidenza della repubblica il democratico cristiano Vinico Cerezo Arévalo. A partire dal 1987, il Guatemala partecipa allo sforzo di pace nell’America centrale (firma degli accordi del 1987 e del 1989 con Costa Rica, Honduras, Nicaragua ed El Salvador). Nel 1989 vengono avviati negoziati di pace con la guerriglia. Due anni dopo è eletto presidente della repubblica l’evangelista Jorge Serrano, dirigente del Movimento d’azione (centro destra). Nel 1993 J. Serrano viene destituito. Il parlamento designa come successore Ramiro León De Carpio. L’anno successivo, i negoziati di pace tra il governo e la guerriglia vengono portati avanti sotto l’egida dell’ONU. Nel 1996 è eletto alla presidenza della repubblica Alvaro Arzú Irigoyen, leader del partito del Progresso nazionale (destra progressista).

SCHEDA
Abitanti      14.655.189 ab. (2004)
Superficie   108.889 km2
Densità      119 ab./km2
Capitale     Città del Guatemala (2.500.000 ab. – stime)
Governo     Repubblica presidenziale
Moneta       Quetzal
Lingua        Spagnolo, diffusi vari dialetti indiani
Religione    Cattolica, protestante